IV domenica di Quaresima

archive

Home Category : Il Vangelo è per noi

Exemple

L’invito alla gioia tipico di questa IV domenica di Quaresima – detta “in laetare” – ci introduce nella festa che il padre dei due figli ha desiderato in occasione del ritorno del più giovane: «…facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». La cura con cui l’evangelista descrive i sentimenti, le situazioni, i dialoghi, ci permette di entrare e riconoscere quale posto stiamo abitando in questa festa. Rivestiti delle vesti più belle nel battesimo, calzati i sandali della nostra sequela e portando l’anello della nostra dignità di figli amati, partecipiamo della stessa comunione di Dio – «Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo…». Riconosciamo che anche in noi abita la richiesta «Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta», ma l’Eucaristia ci conferma che quando siamo ancora lontani, sulla soglia della nostra conversione, come Padre misericordioso tu ci attendi e, al minimo anelito del nostro cuore, corri incontro alla nostra umanità per abbracciarla.

Don Matteo

Read More →
Exemple

In questa terza domenica di Quaresima continuiamo a camminare nel nostro percorso di conversione. Arrivati a questo punto, però, cioè dopo due settimane e mezzo in cui poniamo al centro il digiuno, la penitenza e l’elemosina, può nascere nel nostro cuore un sentimento di paura o di smarrimento perché quaranta giorni sono tanti ed è difficile mantenere i propositi fatti.

Ma ecco che davanti a questo pensiero Gesù interviene per spezzarlo: “se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo!”. Questo è l’invito che oggi ripete due volte, perché vuole insistere che ciò a cui ognuno di noi è chiamato è la conversione personale. Infatti, Gesù sa che è il nostro peccato a separarci da Dio e a tenerci lontani da Lui e sa anche che solo la nostra conversione è un vero ritorno al Padre e al suo amore. Solo nel momento in cui andiamo da Lui e gli diciamo che abbiamo peccato e che abbiamo sbagliato, noi realmente torniamo nel suo amore.

Però nonostante il nostro impegno nella conversione la paura e lo smarrimento possono rimanere perché fatichiamo a vedere i frutti. Quindi continuiamo ad avere paura del Signore, perché nel momento in cui arrivasse, noi non saremmo in grado di consegnargli nulla.

Ecco quindi che si spiega la parabola che Gesù racconta al termine del vangelo di oggi: Egli è il contadino che intercede per noi, che siamo l’albero di fichi, affinché il Signore non esprima ora il suo giudizio su di noi, ma attenda ancora un tempo di grazia perché nascano nuovi frutti in noi. Dunque, davanti al nostro scoraggiamento e al nostro fallimento Gesù interviene per intercedere per noi, per dedicarsi a noi e aiutarci a compiere ancora questo tempo di conversione, affinché possiamo realmente raccogliere i frutti della sua grazia in noi.

Don Emanuele

Read More →
Exemple

In questa seconda domenica l’itinerario quaresimale, che ci porta al mistero della morte e resurrezione di Gesù, ci pone probabilmente davanti a quello che è uno dei momenti di amicizia più alti che Gesù condivide con alcuni dei suoi apostoli: la trasfigurazione. E’ un momento di intimità dove il Padre stesso interviene a rende quella situazione qualcosa che nello stesso tempo è incomprensibile ed estasiante. In questo quadro siamo chiamati insieme agli apostoli a contemplare il dono cui Dio ci mette davanti che è la sua gloria. E’ una gloria che non tiene per sé, ma che condivide noi suoi figli. E’ la prospettiva della Quaresima: se domenica scorsa abbiamo iniziato col vangelo delle tentazioni che sottolinea l’aspetto di lotta di questo tempo, questa domenica si evidenzia il motivo della lotta, la meta della lotta, ovvero la gloria di Dio. Il percorso quaresimale è un cammino di lotta, di fatica, dove il diavolo metterà in atto la sua astuzia per farci arrivare alla Pasqua il meno preparati possibile, cioè col cuore il meno disponibile possibile ad amare ciò che Gesù ha vissuto. E’ per questo che è fondamentale tenere vivo e presente il motivo della nostra fatica, l’obiettivo della nostra lotta: non il fatto che dobbiamo farcela, non il fatto che così possiamo dire di aver fatto ciò che andava fatto, non l’orgoglio o l’egoismo personale, ma la gloria di Dio, la gioia che vuole condividere con noi, il suo regno. Siamo chiamati a tenere sempre lo sguardo rivolto verso la Trasfigurazione per ricordarci che il senso di ciò che viviamo in Quaresima è racchiuso in quel mistero: Dio vuole comunicarci a noi, vuole condividere con noi tutto ciò che ha di più prezioso, vuole condividere con noi tutto l’amore di cui è capace.

don Domenico

Read More →
Exemple

I domenica di Quaresima

«Il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso…», ricorda la prima lettura di oggi, «ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele…» (Dt 26). Il giardino dove l’uomo è stato posto fin dall’inizio rischia sempre di ritornare ad essere un deserto perché l’uomo dimentica di dover «abitare al riparo dell’Altissimo». Siamo chiamati alla conversione per poter ancora sperimentare e annunciare che Dio è «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido» (Sal 90). Quello che abbiamo pregato e chiesto nel “Mercoledì delle ceneri” – «concedi, al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male» – lo viviamo oggi in comunione con Cristo. Il Suo camminare nel deserto, tentato da Satana, diventa per noi motivo di consolazione. Sulla strada che ci conduce a Dio non siamo soli. Ogni nostra invocazione, fatica, fragilità e caduta, trova in Cristo la porta d’accesso per un rinnovato perdono, per una rinnovata umanità.

Don Matteo

Read More →
Exemple

Eucaristia, quotidianità e comunione

Tre parole sono risuonate particolarmente in questi mesi nel mio cuore: Eucaristia, quotidianità e comunione. In tante occasioni, da quando come Comunità Residenziale abbiamo iniziato a muovere i passi nell’Unità Pastorale, esse hanno in vario modo risuonato interiormente e con queste brevi considerazioni desidero anche poter esprimere l’augurio per questo santo Natale. 

Tre parole che mirabilmente sono racchiuse in una delle affermazioni più importanti che san Giovanni fa nel suo Vangelo e che ha dato, in modo definitivo, senso alla storia di tutta l’umanità: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14). Benedetto XVI, commentando queste parole scrive: “‘E il Verbo si fece carne e pose la tenda fra noi’. L’uomo Gesù è l’ ‘attendarsi’ del Verbo, dell’eterno Logos divino, in questo mondo. La ‘carne’ di Gesù, la sua esistenza umana, è la ‘tenda’ del Verbo: l’allusione alla tenda sacra dell’Israele peregrinante è evidente. Gesù è, per così dire, la tenda dell’incontro – è in modo del tutto reale ciò di cui la tenda e, in seguito, il Tempio potevano essere soltanto la prefigurazione” (Benedetto XVI, L’infanzia di Gesù). L’immagine evocativa di questa dimora, luogo dove Dio desidera abitare e che è la nostra umanità, le nostre relazioni e occupazioni, ci riportano alla domanda che da sempre muove il cuore dell’uomo: “Maestro, dove abiti?” (Gv 1,38). Alla risposta di Gesù: “venite e vedrete” auspico che ognuno possa fare quella grata prostrazione che i magi, e tutti coloro che nella fede ci hanno preceduto, ci insegnano. Tutti, imitando il gesto dei magi, possano accogliere l’invito che san Giovanni Paolo II, preparando la GMG di Colonia del 2005, rivolse alla Chiesa: “Cari giovani, offrite anche voi al Signore l’oro della vostra esistenza, ossia la libertà di seguirlo per amore rispondendo fedelmente alla sua chiamata; fate salire verso di Lui l’incenso della vostra preghiera ardente, a lode della sua gloria; offritegli la mirra, l’affetto cioè pieno di gratitudine per Lui, vero Uomo, che ci ha amato fino a morire come un malfattore sul Golgotha”. Come abbiamo desiderato ricordare all’inizio del nostro ministero in questa Unità Pastorale: “è Lui la grande lente di ogni conoscenza”. 

Venne ad abitare in mezzo a noi”: Eucaristia. Parlando dell’Eucaristia in occasione della sagra di settembre il nostro vescovo ci ha detto: “Dio ha voluto che in una carne umana abitasse in modo definitivo e pieno il sì al suo desiderio di creare una sola famiglia. E questo sì è stato reso possibile dal sì del Figlio”. Che bello poter immaginare che nelle nostre celebrazioni ciascuno possa dire il proprio “sì” a Cristo! Stiamo vivendo momenti preziosi di cambiamento, cercando di continuare a rendere sempre più concreto quel mandato ricevuto nel 2009 quando ci si è costituiti Unità Pastorale. Il “sì” di ciascuno di noi è un dono prezioso che Dio fa a tutta la comunità e l’Eucaristia, celebrata e vissuta, esprime in modo mirabile questo mistero di comunione: i nostri “sì” uniti in quello del Figlio al Padre. Ricordo con gratitudine (andando un po’ a memoria) le parole che don Eleuterio aveva rivolto nell’occasione di un suo anniversario di ordinazione nelle quali, con grande semplicità e profondità, spiegava che la celebrazione dell’Eucaristia rappresenta realmente il miglior modo che abbiamo, come cristiani, per rendere grazie a Dio di tutto ciò che viviamo. Continuiamo a rispondere all’invito di Cristo: “fate questo in memoria di me”, lasciando che lo Spirito possa realmente creare di tutti noi il Suo Corpo, che è la Chiesa. 

Venne ad abitare in mezzo a noi”: quotidianità. Nel periodo di Avvento abbiamo aggiunto una messa feriale al mattino presto. Oltre alle motivazioni che sono già state espresse nel settimanale diocesano “La Libertà”, questa scelta è motivata anche da un desiderio di quotidianità. In ogni Eucaristia ritorniamo a quell’istante in cui quel “Verbo” che “si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” compie il gesto con cui ci ama sino alla perfezione (cfr. Gv 13,1). La logica di Dio non è fatta di eventi sporadici e non ha bisogno di tempistiche straordinarie. “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 9,1). Nell’Eucaristia Dio si accosta al nostro cammino, si adatta al nostro passo, attende che lo riconosciamo come Signore e suggerisce al nostro cuore: “Non aver paura e non spaventarti, perché il Signore, tuo Dio, è con te, dovunque tu vada” (Gs 1,9). La nostra quotidianità ha bisogno di essere illuminata da queste promesse e come comunità occorre farci carico gli uni gli altri, affinché ciascuno possa sentirsi chiamato a vivere con questa grata consapevolezza quotidiana. Tutto questo ci chiede di vivere la presenza di Dio in modo sempre più famigliare e, pensando alle inevitabili fatiche che tutti, più o meno, sperimentiamo nel vincere la tentazione dell’abitudinarietà, mi permetto di richiamare di seguito un altro passaggio della catechesi tenuta dal vescovo. 

[…] penso che l’importanza dell’Eucarestia aumenti vivendola, nella celebrazione quotidiana della Messa. Certo, c’è il giorno in cui sei stanco, il giorno in cui sei distratto, il giorno in cui sei appesantito, però quella è una frequentazione con il mistero eucaristico, che ti trasforma quasi senza che tu te ne accorga. Penso che la strada migliore per accostarsi al mistero dell’Eucarestia sia vivere con semplicità la Messa. Con semplicità. Se noi stiamo attenti, le letture nella liturgia della Parola ci portano sempre all’Eucarestia, sempre. Non in modo meccanico, non perché parlino sempre di Eucarestia, ma ci portano sempre al mistero di Cristo e quindi all’Eucarestia”. 

Venne ad abitare in mezzo a noi”: comunione. Come sacerdoti è molto bello poter elevare a Dio, a nome e insieme a tutto il Suo popolo, le parole che si pronunciano in ogni preghiera Eucaristica. “Lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo” (cfr. preghiera eucaristica II). Se queste parole fossero un semplice auspicio, presto ci stancherebbero e perderemmo facilmente la consapevolezza che ancora oggi, realmente, Dio visita il suo popolo. Se in queste parole individuassimo prima di tutto un’ulteriore cosa da fare, un’azione nostra o da inserire fra le tante che compongono la nostra vita, presto rimarremmo delusi. Occorre fare spazio. Così come il tempo di Avvento vuole essere un’occasione di grazia e di conversione per andare incontro al Cristo che viene, allo stesso modo la nostra vita deve lasciar fare prima di tutto a Dio, per mezzo dello Spirito Santo. La comunione è prima di tutto un dono di Dio che si rinnova in ogni Eucaristia. È lì che nasce, si rinnova e prende nuovo slancio ogni nostra azione di comunione. Lì troviamo il punto di arrivo di ogni nostro dono e da lì, con rinnovata gioia, ritroviamo l’intima convinzione che “nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). Il desiderio di comunione di Dio ogni giorno va in cerca dei nostri cuori, delle nostre azioni, delle nostre parole, quasi come se quel “farsi carne” volesse continuare nelle nostre vite. Così come la parola di Dio chiede alle nostre voci di essere proclamata, l’Eucaristia alimenti in noi il desiderio di celebrarla con la nostra vita, come offerta gradita a Dio. 

Nel “sì” di Maria, dimora di grazia nella quale il “Verbo si fece carne”, arca dell’alleanza che ci dona Gesù e ci conduce a Lui, Madre affidataci da Cristo sulla Croce, possano i nostri “sì” essere l’augurio e il dono più prezioso che desideriamo farci in questo santo Natale. 

Don Matteo Bondavalli

Read More →
Exemple

XIDomenica Tempo Ordinario(Anno B)

Mc 4, 26-34

La bellezza ha bisogno di tempo per manifestarsi, un tempo vissuto come attesa fiduciosa nei confronti della verità. Avere questo sguardo capace di riconoscere nella piccolezza l’inizio autentico di ogni bellezza, è una grazia da chiedere nella preghiera. Vivere questa disponibilità interiore richiede umiltà, ovvero la consapevolezza di una Presenza di bene che vuole entrare in dialogo con la nostra esistenza.

Read More →
Exemple

X Domenica Tempo Ordinario(Anno B)

Mc 3, 20-35

L’unità del cuore è un cammino di conversione al bene autentico. In aiuto alla libertà dell’uomo giunge la Grazia, ovvero quella particolare e riconoscibile esperienza di riconoscersi voluti per sé stessi. Da qui nasce e si sviluppa la consapevolezza del bene presente in noi, un bene che vuole diventare sempre più stabile e vivificante, conducendo l’esistenza di ciascuno al dono di sé nell’amore, come figli amati da Dio Padre di ognuno.

 

Read More →
Corpus Domini (Anno B)

 

Mc 14,12-16.22-26

 L’amore umano ha bisogno di “farsi” carne, di entrare nel quotidiano dell’esistenza affinché possa donare la sua energia vivificante e la sua intima luce di verità. L’amore di Dio in Gesù a favore degli uomini, ha assunto in modo definitivo questa forma, il “farsi carne” nel pane e nel vino consacrati. L’amore umano chiede di esprimersi definitivamente, in una consegna di sé come dono, in una promessa di vicinanza nel bene. Nella volontà di Gesù entrambe queste esigenze dell’amore si rendono presenti in modo mirabile nell’istituzione eucaristica.

Read More →
Pentecoste (Anno B)

Gv 15, 26-27; 16, 12-15

Nelle parole di Gesù si raccoglie la fiducia solida nell’amore del Padre per mezzo del dono dello Spirito. Nell’accoglienza di questa relazione spirituale, è aperta a ciascuno la possibilità di vedere progressivamente il vero e il bene, non astrattamente e genericamente, ma personalmente e concretamente. Lo Spirito di verità parla al cuore dell’uomo nel linguaggio della ricerca del senso profondo, come uno sguardo sul reale capace di attraversare il momento presente nella speranza del compimento futuro.

Read More →

“Fu elevato in cielo”

Ascensione del Signore (Anno B)

Mc16, 15-20

Il desiderio pone l’uomo in una dinamica particolare, dove il senso di una mancanza e la necessaria e corrispondente attesa, delineano l’orizzonte del suo sguardo interiore. Eppure, è proprio del vivere autentico accogliere questa tensione ad un compimento possibile nella prospettiva del dono di sé nell’amore. Il desiderio è come un indizio di cielo posto nel cuore da Dio, nutrito dai passi del suo camminare nella ricerca del bene vero, grazie alla quale accede alla speranza.

Read More →