“Fu elevato in cielo”

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Home Maggio 2018

“Fu elevato in cielo”

Ascensione del Signore (Anno B)

Mc16, 15-20

Il desiderio pone l’uomo in una dinamica particolare, dove il senso di una mancanza e la necessaria e corrispondente attesa, delineano l’orizzonte del suo sguardo interiore. Eppure, è proprio del vivere autentico accogliere questa tensione ad un compimento possibile nella prospettiva del dono di sé nell’amore. Il desiderio è come un indizio di cielo posto nel cuore da Dio, nutrito dai passi del suo camminare nella ricerca del bene vero, grazie alla quale accede alla speranza.

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VI Domenica di Pasqua (Anno B)

Gv 15, 9-17

Il tenore delle parole di Gesù ridesta il cuore alla consapevolezza interiore del proprio valore, come persone uniche ed irripetibili. È proprio dell’amore svelare autenticamente la sua misura originale, ovvero il punto sorgivo del suo desiderio: è Dio stesso che è Amore e desidera manifestarsi nelle intime fibre umane. Il verbo “rimanere” indica l’attesa di un’intimità vera di conoscenza e comunione, un dimorare reciproco nell’attesa e nel desiderio.

 

Ascensione del Signore (Anno B)

 

 

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V Domenica di Pasqua (Anno B)

Gv 15, 1-8

Un’aspirazione importante dell’uomo è la riuscita delle sue azioni, il vedere con i propri occhi la crescita e lo sviluppo dei progetti a cui siamo orientati. Da questo punto di vista le parole di Gesù suonano alquanto inopportune, poiché tendono a relativizzare in qualche modo la capacità dell’uomo di riuscire. Eppure, se siamo sinceri, riconosciamo che non sono fuori luogo, nemmeno offensive della nostra autonomia decisionale. Perché? Come Gesù ci indica nel rapporto con il Padre, siamo chiamati a riconoscere una relazione fondante ed originaria con il mistero della Verità, luogo di incontro e di generazione nell’essere, dove i desideri e le aspirazioni hanno l’opportunità unica di conciliarsi con la volontà assumendo la forma più adeguata nell’amore, riuscendo così autenticamente a portare frutto.

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“Ascolteranno la mia voce”

IV Domenica di Pasqua (Anno B)

Gv 10, 11-18

Nel silenzio intimo del cuore può avvenire il riconoscimento della voce della Verità, è un’esperienza fondamentale per la vita di ogni persona. Spesso non si hanno le parole adatte per descrivere adeguatamente questa Presenza, eppure questa difficoltà nulla toglie alla sincera constatazione di essere tutti in dialogo con il Mistero della esistenza. Gli impegni, le responsabilità possono talvolta distogliere l’attenzione da questo centro pulsante in noi, ma è proprio il mondo “di fuori” che chiede di essere autenticamente interpretato, ci rimanda “dentro” di noi chiedendoci: “cosa cerchi?”. Le risposte migliori si nutrono di un ascolto interiore.

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